sabato 28 maggio 2011

VIAGGIO IN ISRAELE

APPROFONDIMENTO.
Perché, solo con me stesso, mi divertivo tanto a Gerusalemme?
Relativamente alle cose che mi sono capitate, un altro individuo avrebbe gridato al miracolo.
Per esempio, quando imbottigliato in un ingorgo stradale un tassista mi disse di salire in macchina ,che non mi avrebbe fatto pagare, accettai per levarmi da quella situazione; ma dai discorsi successivi capì che mi voleva far fare il giro dei luoghi interessanti e che quindi avrei dovuto pagarlo. Io non ero interessato alla sua proposta e lo invitai a fermarsi per farmi scendere, ma lui insisteva. Per fortuna il traffico si blocco di nuovo ed io scesi dal taxi e mi trovai proprio davanti al muro del pianto, luogo che per l'intera mattinata avevo cercato invano.
Altro fatto: Mi trovavo nel quartiere del mercato ebraico, dove la gente si fornisce di tutti i genere alimentari. Mi ricordava Catania dei vecchi tempi con i venditori che facevano schiamazzi allo scopo di pubblicizzare la propria merce ed attirare la gente.
Il quartiere era affollatissimo, dato che a Gerusalemme non ci sono supermercati. Io, abituato ai mercati generali che frequento in Italia per motivi professionali, dove metto le mani dappertutto e mi prendo il frutto che mi piace, in un primo momento per istinto stavo per fare la stessa cosa lì, ma subito mi sono trattenuto nel mettere in atto tale comportamento, perché ho pensato che non sarebbe stato ben gradito dalla gente del luogo, Ma durante lo svuotamento delle ceste di frutta sul banco, qualcuna ne rotolava per terra e mi veniva fino ai piedi, così io la prendevo la pulivo e la mangiavo.
Erano gustosissimi.
Il barbiere che mi ha tagliato i cappelli, come desideravo io, lo vedevo sforbiciare a dieci centimetri dai miei capelli e pensai che cercasse di sforbiciare le mosche, ma non ne ho viste. Mi sono detto allora che forse taglia i capelli anche alla mia anima.
Nel ristorante ebraico, la donna che mi serviva, aveva una particolare attenzione verso di me e un certo da fare che mi faceva ricordava mia madre.
Ma un altro fatto mi ha fatto molto riflettere:
Pranzavo in un ristorante musulmano ed era di venerdì, giornata di ramadan. Il personale era molto agitato e sono stato servito alla svelta.
Mi hanno detto quando dovevo pagare, cosa che non ho capito per niente.
Poi ho visto che il cameriere si toglieva il grembiule da lavoro e predisponeva il tappeto per prepararsi alla preghiera. In quel momento io ho manifestato un certo disappunto riferendo che ancora non avevo finito il mio pranzo e che dovevo ancora pagare. Il cameriere si è infastidito e nacque così un certo battibecco anche, se a dire il vero, penso proprio che sia stato un parlarsi tra sordi. Quindi ho pagato e sono andato via.
IL mio atteggiamento impulsivo, però, mi ha fatto riflettere sulla mia mancanza di comprensione verso quell’individuo, interessato più alla sua preghiera che al mio desiderio di una maggiore attenzione verso il mio pranzo.
La sera della stessa giornata passeggiavo sul lungo mare di Telaviv , c’era un immenso parco verde, pieno di famiglie musulmane.
Mi sembrava di vedere le famiglie siciliani degli anni cinquanta, organizzate con griglie e carbonella, su cui arrostivano di tutto. Le guardavo con curiosità, tanto che alcuni aprivano un panino, mettevano l'arrosto e me lo passavano. Questo gesto non voleva alleviare la mia fame, ma era un gesto di riconoscenza al loro Dio per quello che mangiavano.
La preghiera per alcuni è una esigenza impellente della psiche, e viene molto prima delle esigenze dello stomaco.
Se una persona prega e trascura di nutrirsi, anche la psiche si indebolisce, se si alimenta, tutto il corpo fisico si nutre e si rianima e la nostra essenza o anima si evolve, anche senza preghiera.
Ma comunque stiano le cose, la comprensione dello stato psichico delle persone che non hanno avuto la possibilità di accedere a una maggiore consapevolezza, è necessaria.
Va studiata con cautela una adeguata strategia, adatta a permettere aqueste persone una maggiore “consapevolezza del sé ”, evitando però di irritare il loro stato psichico.

Furnari Salvatore

IL MISTERO

Da bambini, quando per le strade sterrate del quartiere giocavamo prendendo la terra con le mani, gli adulti ci dicevano che eravamo venuti al mondo dal cielo e che Dio , tramite un angelo, ci aveva portato alle nostre mamme. Per tale convinzione, il mio punto di riferimento non erano mio padre e mia madre, ma il Dio nel cielo. Il cielo mi affascinava e spesso vi rivolgevo il mio sguardo, come se ogni mia azione fosse vista da Dio che tutto osservava da lassù. Io facevo di tutto affinché i miei giochi Gli piacessero ed Egli mi dicesse bravo. Mi ricordo che avevo più o meno l’età di cinque anni quando, dopo un lungo periodo di permanenza in campagna, un giorno, assieme a mio padre e ai miei fratelli più grandi, ritornavamo a casa dove c’era la mamma ad attenderci con i fratellini più piccoli. Ma la mamma a casa non c’era, e poiché la chiave di casa era una e l’ aveva la mamma con se, non potevamo entrare. Mio padre mi mandò a cercare la mamma a casa di una zia per vedere se fosse lì, ma non trovandola, feci il giro, inutilmente, delle case di tutte le altre zie. Ritornai a casa mia e vidi che la mamma era già rientrata e assieme agli altri era intenta a scaricare le masserizie dal carro. La mia permanenza in campagna era stata di oltre due mesi e non appena la mamma mi vide, mi corse incontro, mi abbracciò e mi baciò molto amorevolmente; così feci anche io. La mamma desiderava ancora stringermi a se, ma io fui schivo; il mio pensiero era al carro con le masserizie che dovevano essere scaricate. Non volevo che la mamma mi coccolasse più di tanto e mi facesse apparire ridicolo agli occhi di Dio che dal cielo controllava ogni mia mossa. Ero convinto che Dio ammirasse molto la mia bravura nel fare le cose, mentre, durante la preghiera , mi sembrava di apparire ridicolo ai suoi occhi. Avevo l’impressione che Dio non amasse tanto quel fiume di parole che, a volte senza senso, venivano proferite. Intanto crescevo e all’età di sei, sette anni, dai compagni più grandi, appresi, con un po’ di sorpresa che anche io venni al mondo così come capita ai capretti e ai vitelli. La cosa mi sembrò strana, ma non le diedi peso, ormai la mia psiche aveva preso una forma universale.  Salvatore Furnari  HOME

CONTENUTO LATENTE

Una notte, a causa di un mio malessere, mi sono recato al pronto soccorso per sottopormi ad un controllo sanitario.
Dopo un primo prelievo di sangue e le conseguenti analisi che non hanno evidenziato alcuna patologia, sono stato sottoposto ad un secondo prelievo, per ulteriori esami.
L’esito di questi ultimi, però, non si avrebbe avuto subito, ma dopo almeno quattro ore.
Non potendomi allontanare da quella sala, per l’attesa, mi hanno sistemato su una sedia sdraio, accanto ad altre persone lì presenti per lo stesso motivo.
Ho preso sonno.
Dopo qualche ora, ho aperto gli occhi e ho visto un Crocefisso appeso al muro.
Ero ancora mezzo addormentato e certamente in uno stato di semicoscienza; ma alla vista del crocefisso, il mio primo istinto è stato quello di alzarmi e andare a schiodare quella persona dalla croce e deporla per terra.
Era un istinto dettato dalla pietà e dal desiderio inconscio di eliminare la sofferenza.
Ma prima di fare qualsiasi gesto, ho preso coscienza della situazione in cui mi trovavo e l’istinto si è annullato.
Mi sono guardato intorno e ho visto tante persone che pregavano lo stesso Cristo in croce che io avrei voluto schiodare.
Le loro preghiere avevano lo scopo di migliorare i risultati delle loro analisi cliniche, affinché risultassero tutte di esito favorevole.
In quel momento ho constatato quanto il pensiero di quelle persone fosse in contrasto col mio istinto latente.
Il mio istinto mi spingeva a levare il Cristo dalla sofferenza, mentre gli altri vedevano nella sofferenza di Cristo la risoluzione ai loro problemi di Salute.

Riflettendo sull’accaduto, ho pensato che quella notte, nella sala del pronto soccorso, si sono manifestati in me, sia l’istinto latente che quello manifesto .
Il primo evidenziava la mia intenzione reale, il secondo, il frutto del ragionamento.
Nelle circostanza in cui mi trovavo, l’ azione di schiodare il cristo, per quanto la ritenessi giusta, risultava essere controproducente, perché avrebbe turbato lo stato d' animo delle persone che pregavano.
Queste, aspettando l’esito dei prelievi fatti precedentemente che avrebbero stabilito chi poteva andare a casa e chi doveva essere, invece, ricoverato, sarebbero state notevolmente turbate se io avessi messo in atto l’azione suggeritami dal mio primo pensiero.
Ma poiché l’esito clinico non era influenzato dalla preghiera e nemmeno dalla mia intenzione, ma dallo stato biochimico reale di ogni persona, non serviva che io facessi prevalere la mia idea di schiodare il Cristo e creare turbamenti sociali.
In altre parole voglio dire che quando le idee delle altre persone non ostacolano il mio percorso di vita ed io posso percorrere indisturbato il mio cammino, lascio le cose come stanno in modo che non venga turbata la pace sociale

Riflettendo ancora su quanto accaduto, mi viene da dire che quella notte, in me, si è manifestato il mio “Contenuto latente” che è il depositario dei contenuti della vita dei precedenti millenni. Contenuto che, nel caso specifico, viene turbato dall’immagine della sofferenza, e che, pertanto, cerca un azione per alleviarla.
Nelle altre persone che si trovavano con me nella sala, si manifestava, al contrario, il “Contenuto manifesto” o “Contenuto mentale ", che si forma con la nascita della persona e contiene la cultura acquisita, ambientale, morale e sociale.
I due contenuti sono di natura diversa e anche la ragione dei due contenuti è diversa.
L’azione di schiodare il Cristo o la preghiera rivolta al Crocefisso, non cambiano per nulla l’esito dell’esame clinico; ma l’eventuale schiodata del Cristo si sarebbe dimostrata sicuramente un disastro per la ragione delle persone impegnate nella preghiera.

Salvatore Furnari
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LIBERI DAL TIMORE DI DIO

LIBERI DAL TIMORE DI DIO
Se una persona mi chiedesse se credo nell’ esistenza di un Dio, le risponderei che se c'è può stare, se non c'è mi va bene lo stesso.
Non mi passa nemmeno per la testa indagare sulla possibilità della sua esistenza.
E se durante la mia esistenza fisica sulla terra, o in altri spazi celesti, lo dovessi incontrare, sono sicuro che ci scambieremmo reciprocamente una bella pacca sulle spalle e null’altro succederebbe.
Questa mia indifferenza nasce dall’assoluta mancanza di certezze su tutto ciò che ci circonda; ma questi dubbi non devono costituire un evento traumatico per l'uomo.
Per me è importante gestire il presente, secondo le mie sensazioni fisiche e spirituali, senza forzature derivanti dalla culturalizazzione.
Le esperienze inconsce acquisite dall' essere umano durante i
millenni precedenti si adoperano per preservare la vita.

I CANTI GREGORIANI


Da piccolo, il nonno mi portava sempre a Messa con sè.
In chiesa tutti cantavano: “Dio accoglici nel tuo regno dopo la nostra morte”.
A me quei canti non mi entusiasmavano affatto, ansi, con la preghiera mi rivolgevo a Dio chiedendogli di ragionare un po’ con me e Gli facevo presente che ero da poco arrivato in questo mondo e non aveva senso che mi preparasse l’accoglienza nel suo regno, perché io sulla terra mi trovavo benissimo.
Gli chiedevo anche di non preoccuparsi più di tanto per me, perché mi sarei sicuramente arrangiato da solo.
Nello stesso tempo non capivo perché la gente cantasse così a squarciagola per entrare nel regno dei cieli, visto che Dio poteva accontentarli anche subito.
A seguito di tutto ciò , incominciai a fantasticare e con la mia fantasia cercavo di trovare un modo per poterli aiutare a raggiungere il regno da loro tanto ambito.
Sapevo di un terreno insidioso da tutti conosciuto come “ le valanghe ”, dove a volte qualcuno veniva inghiottito come se ci fossero delle sabbie mobili, .
Era attraversato da una mulattiera, che in fila indiana, muli e persone la percorrevano per raggiungere i luoghi di lavoro. Avevo notato in precedenza che i grandi, nei terreni fangosi lasciavano orme profonde dietro di se, a differenza delle mie che risultavano poco incise nel terreno . Pensai che ciò dipendesse dalla differenza di peso e mi convinsi che io in quel terreno, non sarei sprofondato, ma che sicuramente i grandi sarebbero stati inghiottiti da esso.
Convinto di tutto ciò, sempre nel mio immaginario, lasciai la pista sicura e mi misi a correre sul terreno accanto.
I grandi, preoccupati per me gridarono; “andiamo a prendere il ragazzo” e si misero a correre per venire a prendermi. Ma il terreno franoso li inghiottì tutti ed io pensai di averli aiutati a raggiungere il regno dei cieli.
Cosi alzai gli occhi dicendo: “Vedi, te li ho mandati tutti”.
Ma subito dopo abbassai la testa perché pensai che, anche se solo con la fantasia, l’avevo veramente combinata grossa .
Salvatore Furnari.

LA GENEROSITÀ DEGLI ENZIMI.

La generosità degli enzimi fa in modo che il quadro clinico della persona rimanga “del tutto sovrapponibile”.
Il dottor HOROMI SHINYO, nel libro “Gli enzimi”, parla di un "enzima sorgente", che io definisco “sorgente della vita”.
Poiché si sa che ad ogni divisione cellulare i telomeri si accorciano fino a divenire tanto piccoli da mettere in difficoltà il rinnovamento della cellula, suppongo che detto enzima si sostituisca al telomero.
Voglio dire che il pensiero che io rivolgo ai miei enzimi e la cura che ho nei loro confronti fornendogli gli alimenti che desiderano e di cui hanno bisogno, faccia si, che la loro generosità innata, paghi il costo del rinnovamento cellulare.
Come tutte le sorgenti, anche quella biologica ha un flusso costante nella quantità, e quando una persona anziana ha esaurito la spinta genetica ereditata, sarà questo enzima sorgente a prendersene carico e a fare da supporto per mantenerla attiva e in salute, fermando il processo fisiologico dell’invecchiamento.
Ma attenzione, in cambio gli enzimi pretendono che ognuno abbia riguardo del proprio corpo e si liberi dai pensieri nocivi e stressanti.
In questo modo si eviterà a loro un superlavoro e nei momenti
di necessità del corpo, essi daranno il meglio di se stessi.


Salvatore Furnari

COSTRUIRE LA SALUTE IN ANTICIPO.

Costruire la salute in anticipo è una materia che non appartiene alla medicina.
Ad essa appartiene la malattia e il suo compito finisce là.
La salute va costruita giorno dopo giorno.

Non può essere copiata né comprata al mercato. Nessuno te la può regalare.
Ognuno, però può costruirsela da sé.
La fede nell’istinto della vita che è nella profondità di ognuno di noi, può portare alla costruzione della propria salute (vedi: "il bambino interiore")
Quando, durante il percorso della vita, intorno alla terza età, hai raggiunto la vetta, sei in uno stato di quiete. Analizza allora lo stato della tua salute e sopperisci ad eventuali carenze.
Durante la mia vita sono sempre stato contrariato a dar retta a santoni e ciarlatani, che per loro interesse, ti vendono formule esoteriche o pozioni magiche che procurano miracolosamente la salute. Ma ero intorno ai sessant’anni quando un volantino, che mi è capitato occasionalmente tra le mani, mi ha fatto riflettere. Esso diceva che con le proprie mani si può immettere energia cosmica nel proprio corpo.
Partecipai al seminario di Reiki , e durante gli esercizi, ho avuto la netta sensazione che con le miei mani potevo veramente immettere energia cosmica nel mio corpo. Constatavo inoltre che lo stato della mia salute migliorava. Tale percorso evolutivo è descritto e documentato dai referti clinici nei miei siti .
A questo punto non potevo sfiduciare me stesso.


Salvatore Furnari
L'UNIONE FA LA FORZA


Si dice che “l’unione fa la forza”.
Ed è vero.
Molti uomini sollevano più facilmente un peso;
più cavalli o buoi tirano con facilità carri pesanti;
la storia ci insegna che unendo le forze singole si fronteggia meglio il nemico e si vince più facilmente una guerra.
A volte , però , tale affermazione non è vera.
Oggi la forza umana è stata sostituita da quella tecnologica e le guerre non si vincono più con la forza di milioni di soldati messi insieme. Basta una bomba per sterminarli tutti.
Quindi gli uomini devono unire le loro idee, ma se queste sono stupide, si ottiene una unione di stupidità.
E questa è molto dannosa.
Si pensi, come esempio, all’operato dei politici italiani.

Salvatore Furnari

mercoledì 25 maggio 2011

ILCORPO SENSA SOFFERENZA.

Se strada facendo, nel corso della vita, hai avuto la comprensione di liberare il tuo  corpo dalle rogne che abbiamo ereditato, e  abbiamo tuti i mezzi per poterlo fare (Uno di questi è il Tao), arrivi, nell'età avanzata ad avere un corpo sensa sofferenza .
L'essenza di un corpo sensa sofferenza dilata sia dentro che fuori di esso, il corpo fisico.
La pelle non costituisce barriera; tra l'ambiente cellulare e l'ambiente atmosferico c'è un continuo scambio d'informazioni.
Si salvaguardono a vicenda.

domenica 15 maggio 2011

REINVENTARE LA DEMOGRAZIA.

Dare uno sguardo oltre la demograzia.
Noi vediamo la democrazia così come gli antichi popoli vedevano la terra al centro dell'universo; ma così, come il concetto geocentrico si rivelò non veritiero,  la democrazia , come essa oggi vieni comunemente intesa, a mio avviso farà la stessa fine.
Voglio dire che bisognerebbe pensare a qualche altra forma di governo capace di andare oltre ad essa, superandola. 

martedì 10 maggio 2011

IL MONDO UMANO.

Fino a quando il mondo umano può sopportare queste angherie.

IL CERVELLO UMANO E' UNA LAMA A DOPPIO TAGLIO.

Il cervello umano è una lama a doppio taglio, se non si sa adoperare  taglia noi stessi. Sconosciamo la sua potenza che è tale da fare paura all'universo (vedere sito www.uomodellanuovaera.eu ).

QUANDO MI PRESENTO IN OSPEDALE.

Quando vado in ospedale per fare degli esami clinici, non sono agitato come le tante persone che  sono là, apparentamente per lo stesso motivo. Tale differenza di atteggiamento nasce dal fatto che io faccio gli esami per constatare l'evolversi del mio stato di salute, mentre gli altri, per constatare l'evolversi dello stato della malattia.
E' differente lo stato danimo mio da quello degli altri, perchè lo scopo è differente .

RISCATTO SOCIALE.

Avevo fissato come importante obiettivo della mia vita, il mio il riscatto sociale e avevo deciso che questo sarrebbe avvenuto quando avrei dovuto fare la dichiarazione dei redditi.
Ciò avvenne intorno ai  miei quarantanni. Ero uscito da una situazione di precarietà economica, che per tanto tempo mi era pesata.
Mi vestì da signorotto e mi presentai in banca per pagare il mio dovuto allo stato da cittadino laborioso.

LIBERTA' DI PENSIERO.

Cosa indentiamo dire per liberta di pensiero ?
Per me, la libertà di pensiero consiste nell'avere la possibilità di manifestare il proprio pensiero, sempre e senza condizionamento alcuno.
Ma  il pensiero è libero di manifestarsi?

lunedì 9 maggio 2011

NON SONO INTERESSATO A UNA VITA ETERNA.

Non sono inderessato a una vita eterna, sia in cielo che in terra. In cielo(detto paradiso)non c'è il fare, non c'è azione, non c'è aggire,è tutto amore, ma sensa sesso, nonà senso.
La vita è essensa, l'essensa è cosmica, ed è presente ,sia da vivi che da morti.

PIU'VOLTE, NEL CORSO DELLA GIORNATA

Sendo il bisogno di appisolarmi e sè le circostanze lo permettono dal detto al fatto mi addormendo, cosi,dal detto a fatto mi sveglio.
No n'è un sonno come quelli abbituale che conosciamo perchè non lascia traccia di ricordi nella,del tempo trascorso, dormendo,come se non c'è esistenza .Guardando l'ambiente che mi circonda, la durata ,va da circa due minuti al massimo di dieci minuti. Mi sveglio con una limbitezza tale di affrontare i fatti della vita che si presentano sensa dificolta,anche il corpo lo sendo gioioso.

La teoria dei "quandi"dice che nello stesso tempo possiamo essere in più luoghi,  anche dove nonc'è spazio-tempo.
Il bisogno di appesolmi,non'è un bisogno di sonno ,ma è un bisogno di evadere dell'essere nei luoghi dove non c'è spazio.temporale e n'è mente.Solo silenzio.

COMPRO ASINO PER FARNE DONO AL PAPA.

13 Apr 2011 - 12:09:35
Un asino per il Papa
COMPRO ASINO, PER FARNE DONO AL PAPA.
Per l'occasione del viaggio del papa nelle tre venezie , gli comprerò un asinello così potrà cavalcarlo nel suo viaggio da Roma a Venezia.
In questo modo si risparmierà energia e non saremo costretti a costruire le centrale nucleari.
Anni fa, ho appreso tramite stampa, che durante l'amministrazione provinciale del presidente Zaia, alcuni asini , cosi detti ecologici, erano addetti allo sfalcio dell'erba, al posto delle macchie sfalciatrici.
Mi sembrano asini assennati ed esperti, dato il lavoro che hanno fatto e stanno facendo. Ne comprerei uno di questi da usare come mezzo di trasporto per il Papa nel suo viaggio da Roma a Venezia.
Agli occhi di DIO , il Papa, a cavallo d'un asino assennato che altraversa gli appenini, farebbe un figurone.