venerdì 28 giugno 2013

I 3 LIVELLI DELLA COSCIENZA.

DEEPAK CHOPPRA nel suo libro “SPIRITUAL SOLUTIONS”
afferma alcuni concetti importanti di cui, qui di seguito, si riporta una parte del testo:

“La soluzione a una crisi nasce dalla profonda consapevolezza del sé.
In questo modo, i limiti che ci bloccano e ci rallentano svaniscono e nuove idee hanno lo spazio e l'energia per svilupparsi.
Se riesci a metterti in contatto con il tuo vero Io, la consapevolezza non ha più limiti e puo espandersi all'infinito.
Dal quel luogo le soluzione nascono spontaneamente e sono quelle giuste per te.
Esse esercitano un effetto magico che permette di avanzare senza ostacoli.
Quanto questa accade, il peso dell'ansia e del dolore si solleva dal corpo e dall'anima e ti senti finalmente libero.

Il primo passo in questo processo è rendersi conto di qual è il livello di coscienza da cui parti. Ogni volta che ti trovi davanti a una prova sia nei rapporti interpersonale, sia sul lavoro, sia nei periodi di transizione o nel mezzo di una crisi che richiede di agire, ci sono tre livelli di coscienza. Prenderne atto rappresenta già un grande passo avanti verso una risposta migliore.
PRIMO LIVELLO: COSCIENZA CONTRATTA RIPEGATA SU DI SE'.
Questo è il livello dei problemi, degli ostacoli. e degli scontri.
Le risposte sono limitate. La paura contribuisce a un senso di confusione e conflitto. Gli sforzi per trovare una soluzione si scontrano con la frustrazione. Insisti nel fare e rifare ciò che non ha mai funzionato prima ........
SECONDO LIVELLO: COSCIENZA ESTESA
Questo è il livello in cui cominciano ad apparire le soluzioni. Ci sono meno scontri. Gli ostacoli si superano più facilmente. La tua visione si estende al di là del conflitto dandoti maggiore lucidità di pensiero ...................

TERZO LIVELLO: PURA COSCIENZA.
Questo è il livello in cui i problemi non esistono. Ogni sfida è un'opportunità creativa. Ti senti completamente in armonia con le forze della natura.
Il mondo interiore e quello esteriore si riflettono l'uno nell'altro senza confusione o conflitto...........”

I TRE LIVELLI DELLA COSCIENZA.
In riferimento ai tre livelli di coscienza a cui si riferisce Deepak Chopra, cercherò di spiegare il processo evolutivo che mi ha portato al livello massimo in cui mi ci trovo.
Io penso che quando si nasce si è tutti al primo livello, con la coscienza ripiegata su se stessa.
Ma se le condizioni socio-ambientali lo permettono, la coscienza, con la nascita e l’esposizione del corpo alla luce del sole e perciò con l'immersione completa nell'universo, si schiude e all'istante cavalca le onde universali, viaggiando verso l'evoluzione dei gradi della coscienza.
Ad esempio, da bambino, mi interrogavo perché i miei desideri erano diversi da quelli dei miei compagni. Tutti giocavamo nell'aia, ma io ero irrequieto e desideroso esplorare nuove realtà . Non volevo vincolarmi alle solite cose che continuamente si ripetevano nella vallata in cui mi trovavo.
Volevo abbandonare i compagni e portarmi sul colle che delimitava il mio sguardo. Volevo costatare se la vallata successiva fosse come io l'avevo immaginata. Così feci, e quando mi trovai in alto, tirai un sospiro di sollievo. Aprì i sensi e mi misi ad esplorare la vallata successiva e poi l’altra ancora. ...............
Il mio percorso e' illustrato nei miei siti
e nei miei blog.
correlati da video su YUOTUBE
nonché sulla pagina di Facebook

Oggi posso affermare, con i fatti e anche scientificamente che sono al terzo livello.
Da adesso in avanti la mia vita è tutta un'altra cosa.


mercoledì 19 giugno 2013

PROGETTO EUROPEO PER I GIOVANI

Foto

PROGETTO EUROPEO.

CHIAMATA ALLE ARMI DEI GIOVANI SENZA IMPEGNI DI SCUOLA E LAVORO ( 19 - 24 ANNI).
In Italia così come in altri paesi industrializzati, le giovani generazioni devono lottare contro tanti fattori che giorno per giorno rendono sempre più difficili le loro condizioni di vita . La difficoltà di trovare un posto di lavoro, e quindi un reddito che li renda autosufficienti, porta i giovani a compiere tanti sacrifici ed a sentirsi frustrati spesso in modo umiliante.

Nella percezione dei giovani è come se si fosse innestata la degenerazione delle idee, ossia non solo non sono capaci di formulare nuovi progetti di vita e di lavoro, ma addirittura trovandosi in una condizioni di pessimismo, perdono lo stimolo di continuare a realizzare i progetti formulati in precedenza. A questa tendenza bisogna reagire e favorire l'interruzione di questo circolo vizioso. I giovani dovranno tornare a sognare e immaginare un futuro favorevole alla realizzazione delle loro innate aspirazioni.
A questo punto sembra che sia un tema che riguardi la psicologia, e invece no, è un compito che riguarda l’esercito.

Anche se l’obiettivo è lo stesso, l’esercito secondo me è più adatto al raggiungimento dello scopo. Durante la sua pluriennale esistenza e attività formativa ed educativa, ha maturato le  esperienze necessarie  per la formazione dei  giovani, in particolare essi dovranno acquisire abilità e competenza, assieme ud un certa sicurezza di se, che li rende adatti ad affrontare i problemi della vita nella sua evoluzione.

L'azione educativa deve avvenire mediante l'espletamento delle seguenti fasi:

Prima fase.Essa deve somigliare al vecchio CAR: insegnamento della disciplina, sveglia per tutti in una determinata ora, pratica dell’uso dell’armi  per la difesa del territorio.
Seconda fase: addestramento  alla messa in sicurezza del  territorio nazionale, come la eliminazione di sterpaglie e ramaglie; impedendo il plopogassi degli incenti.
Messa in sicurezza del terreno dalle piogge torrenziali,( briglie e laghi artificiali ).
Ogni giovane avrà una permanenza nell’esercito fino a quando avrà   acquisito quelle abilità e competenze che lo rendono capace di districarsi nella vita in modo autonomo che lo facciano agire da protagonista

LE RISORSE:

Nel bilancio delle forze armate, ci sono già le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione del progetto.
I fondi destinati all'acquisto di aerei e navi da combattimento possono essere impiegati al sostegno della truppa (decade, equipaggiamento e quant'altro).
Tra l'altro il genio militare, dotato di mezzi e competenze, rappresenterebbe la struttura necessaria e sarebbe utile all'addestramento dei giovani e potrebbe essere impiegato, per esempio, alla salvaguardia del territorio, nella protezione civile e anche nella realizzazione di opere pubbliche. Cosi facendo si darebbe anche  da fare ai tanti generali che sono nelle forze armate.

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Costruire il lavoro

Dare lavoro a tutti i costi, non ha senso: un operaio che costruisce mine, un militare che le pone nel terreno mimetizzandole per fare in modo che chi ci passi sopra venga ucciso o mutilato, il  medico che lo opera , l'artigiano che  costruisce la protesi, il fisioterapista che lo rieduca, eseguono lavori promossi da uomini che possiamo benissimo definire insani.
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Il progetto "Chiamata alle armi" da me esposto precedentemente, che non vuol dire chiama alla guerra, in quanto è un progetto di formazione umana e sociale, può e deve  avere una valenza europea, nel senso che  deve essere un progetto  coordinato a livello europeo.
Chi più chi meno, tutte le nazioni, anche se in maniera diversa, hanno il problema della disoccupazione giovanile che sta tormentando i politici, i quali non riescono a risolvere il problema perché privi di esperienza strategica e logistica.
Quindi il compito tocca all'esercito perché ne ha la competenza necessaria. Vantaggioso risulta per i giovani  avere esperienze internazionali poiché in un'era globalizzata è necessario superare la paura dell'altro.