Il soldato formato alla Scuola Universale.
Correva l'anno 1955, come dimostrato dal congedo militare, il mio
grado di studio era la II° elementare, motivo per cui, anche io,
come gli altri miei pari, ero obbligato a frequentare la scuola
serale durante il servizio militare. Ma quando l'ufficiale addetto
chiamava i nomi dei soldati soggetti a tale obbligo, comunicati dal
Ministero Delle Forze Armate, appena pronunciò il cognome “Furnari”,
subito lo depennò, dicendo tra se che sicuramente si erano
sbagliati ad inserirlo nella lista, visto il mio modo di agire.
Precedentemente, il battaglione di cui facevo parte, si spostò con
tradotta militare, da Imperia a Cervignano del Friuli. Scesi dal
treno, dovevamo salire sui camion che ci avrebbero portati in caserma
e a tale scopo l'ufficiale diede l'ordine ai soldati di prendere
posto sui camion e di distribuirsi in numero non superiore a 10 su
ogni mezzo. Io contavo i soldati man mano che salivano, per evitare
che in caso di errore, ci facessero scendere per poi iniziare tutto
d'accapo. Ma malgrado il mio avvertimento, un commilitone salì lo
stesso, pur superando il n° di 10, per non separarsi dal suo amico
che era già sul camion.
Ma alla verifica fatta dall'ufficiale si verificò quello che avevo
temuto e siamo dovuti scendere tutti per poi risalire.
Rimasto a terra, mi avviai in cerca di un camion con meno di 10
soldati, ma arrivato al 50°, ultimo della colonna, visto che sopra
ce n'erano 13, a voce alta gridai verso l'ufficiale, chiedendo dove
sarei dovuto salire visto che nessun camion aveva meno di dieci
soldati.
Alchè mi fu risposto: “sali sull'ultimo”. Trovando l'ordine
alquanto strano chiesi, sempre ad alta voce: perché mi avete fatto
scendere da dove ce n'erano 11, per poi farmi salire dove cene sono
13 ?
Nel piazzale affollatissimo di militari e borghesi il silenzio fu
tombale; tutti aspettavano la punizione che il comandante mi avrebbe
inflitto data la mia risposta non consone ai dettami dell'uso
militare.
Ma nulla di questo si verificò. Il comandante mandò di corsa il suo
autista per prelevarmi col suo mezzo e la storia non ebbe alcun
seguito. Non se ne parlo più del fatto, ma nella memoria di quella
gente rimase impresso quel soldato che non grido “ signor sì ”,
ma fece valere la ragione.
Quale scuola lo abbia formato nessuno lo sa, a parte il soldato
stesso che asserisce di essersi formato alla Scuola Universale.