martedì 22 maggio 2012

BRUCE LIPTON CERCA GENIO ITALIANO


BRUCE LIPTON
IL RISVEGLIO DEL GENIO ITALIANO POTRA’RIPORTARE L’ITALIA AD ESSERE NUOVAMENTE UN PROPULSORE DI CIVILTA’ E PROGRESSO”.
(BRUCE LIPTON CERCA GENIO ITALIANO)

lunedì 14 maggio 2012

DAL LIBRO DI BRUCE LIPTON


"Successivamente dobbiamo riconoscere che una definizione di insania  è “continuare a ripetere sempre le stesse cose, aspettandosi risultati diversi”. Parte del rinsavire consiste nel dominare l’insania che è il continuare a fare quello che non funziona. Rinsavire significa riconoscere quanto la scienza ci dice sull’essere co-creatori e non vittime passive. Invece di rimanere passivi “figli bambini di Dio” che si limitano a venerare gli insegnamenti, la sanità mentale comporta il divenire “figli adulti di Dio” che li vivono nei fatti".

    Commento:
IO,SALVATORE FURNARI, FIGLIO ADULTO DELL’UNIVERSO”CHE VIVE NEI FATTI.

giovedì 10 maggio 2012

IL PENSIERO DELLA CASTA VA.....


IL PENSIERO DELLA CASTA VA.....
AL PROSSIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
Non si sono chiesti però che lo stato italiano è travolto dai debiti e il Quirinale è in vendita.
Il Presidente della Repubblica e il suo staff si preparino a trasferirsi ai “Sassi di Matera”, anche lì c'è memoria da ricordare.
salvatore furnari.


giovedì 26 aprile 2012

3° riflessione sui discorsi di BRUCE LIPTON.

Non è il successo che promuove la nostra evoluzione, piuttosto il riunirci in comunità ed imparare a cooperare”.
Nell’attuale situazione psicosomatica dell’umanità mondiale è impossibile riunirci in comunità ed imparare a cooperare. Nemmeno le comunità religiose a tutt'oggi ci sono riusciti.
Siamo sempre nell'illusione o perlomeno nella malafede, probabilmente anche con noi stessi.
Anche se la nuova scienza ha fatto nuove scoperte, che vanno oltre il nostro sapere attuale, soltanto quando l’umanità si plasma di queste scoperte prendendone coscienza e assimilandole il più possibile, potrà fare quel balzo necessario che l’attuale situazione richiede, per un nuovo atteggiamento comunitario.
Diamo tempo al tempo.

http://www.uomodellanuovaera.eu/

martedì 24 aprile 2012

I Gheddafi Italiani.


Siamo andati in Libia ad uccidere Gheddafi, perché rubava il suo popolo
per sé, per i suoi figli , per gli amici e gli amici degli amici.
Non mi sembra però che la politica italiana sia esente da fenomeni simili, anzi , mi pare che noi di Gheddafi non ne abbiamo uno, ma tanti.
Il caso della Lega e di Bossi è l’esempio conosciuto più eclatante, ma è da pensare che in tutti gli altri partiti politici non succeda di meno.
Mi domando cosa aspetta Giorgio Napolitano a concedermi la divisione corazzata più volte da ma invocata? Al resto ci penso io.
Non credo proprio che anche Egli abbia qualcosa da farsi perdonare.
I nodi sono arrivati al pettine e non ci rimane che fare i conti.
Salvatore Furnari
www.ilfornattodivenezia.com

sabato 21 aprile 2012

2° Riflessione all’intervista a Bruce Lipton.

Egli dice: “L'umanità è l’organismo e noi siamo le cellule, ogni essere umano è una cellula nel corpo di un qualcosa di più grande, l'umanità. Il problema che affronta ora l'umanità è che le cellule continuano a lottare tra loro.
Quando le cellule del tuo corpo si combattono, la malattia è detta autoimmune. Se le cellule competono e lottano si chiama autodistruzione.
Lo stesso vale per gli umani: combattersi è autodistruzione, è una malattia autoimmune, è l'umanità che morirà, oppure vivrà se noi correggiamo questa direzione autodistruttiva.
Siamo vicini a prendere una decisione: vogliamo sopravvivere ed evolvere o vogliamo morire? Ora non so che faremo, siamo in mezzo alla battaglia, e saremo vincitori quando realizzeremo che non è il successo che promuove la nostra evoluzione, piuttosto il riunirci in comunità ed imparare a cooperare,
Riflessione (Risposta).
Preg,mo dott BLUCE LIPTON,
A proposito della battaglia cellulare che avviene nell’organismo umano, che porta all’autodistruzione, secondo me, si tratta di una affermazione alquanto fuorviante.
Io credo che la chiave del mistero sia nel campo invisibili, subatomico.
Se il mio corpo è parte dell’universo e anche tutto il resto lo è, la paventata direzione distruttiva dell’umanità prospettata dal dottor Lipton, non dovrebbe che avere il suo campo di correzione che nel mondo subatomico.
Quando io dico che. durante la giornata sento il bisogno di appisolarmi, come un bisogno fisiologico, significa che la natura di cui faccio parte ha bisogno di immergesi nel campo subatomico, luogo della sua origine, ed è qui che viene( all'insaputa del cervello plastico), raggiunto l’equilibrio biochimico del mio essere che si rispecchia poi nel mio comportamento, già descritto in altre occasioni. www.fornarettodivenezia.com .

mercoledì 18 aprile 2012

1° Riflessione all’intervista a Bruce Lipton.

Egli dice: “L'umanità è l’organismo e noi siamo le cellule, ogni essere umano è una cellula nel corpo di un qualcosa di più grande, l'umanità. Il problema che affronta ora l'umanità è che le cellule continuano a lottare tra loro.
Quando le cellule del tuo corpo si combattono, la malattia è detta autoimmune. Se le cellule competono e lottano si chiama autodistruzione.
Lo stesso vale per gli umani: combattersi è autodistruzione, è una malattia autoimmune, è l'umanità che morirà, oppure vivrà se noi correggiamo questa direzione autodistruttiva.
Siamo vicini a prendere una decisione: vogliamo sopravvivere ed evolvere o vogliamo morire? Ora non so che faremo, siamo in mezzo alla battaglia, e saremo vincitori quando realizzeremo che non è il successo che promuove la nostra evoluzione, piuttosto il riunirci in comunità ed imparare a cooperare.

Riflessione (Risposta).

Se le cellule nel nostro corpo continuano a lottare tra di loro, e le malattie ne sono l’esempio, noi abbiamo una guerra interiore. Perciò trasferendo l’esempio alla società, Il riunirci in comunità ed imparare a cooperare (come suggerisce Bruce Lipton, mi pare una ipotesi alquanto irrealizzabile, perché le cellule (cioè le persone) essendo in conflitto tra di loro generano individui non adatti alla collaborazione.
Quindi non basta meditare e guardaci dentro per mettere ordine al nostro interno e trovare la pace con noi stessi. La prima cosa da fare e di mettere in pace le nostre cellule attraverso “l’arte di nutrire la vita”, ossia favorendo nel nostro organismo una buona attività biochimica che provvede a tutte le sue esigenze e mette equilibrio al nostro interiore. E poiché siamo co-creatori con l’universo, il compito è nostro.
Soltanto dopo aver risolto i nostri problemi del corpo, della mente e dell’anima, possiamo pretendere la pace fra gli individui.

Non volendo o non potendo descrivere a parole il percorso che io ho fatto e da intraprendere per dare risposta alla Sua domanda: 

Ora non so che faremo, siamo in mezzo alla battaglia, e saremo vincitori quando realizzeremo che non è il successo che promuove la nostra evoluzione, piuttosto il riunirci in comunità ed imparare a cooperare”, 

suggerisco per comprendere tale cammino, la visione delle prove documentali che dimostrano l’evolversi di uno stato psico-fisico alterato, in uno equilibrato, senza alterazioni nei valori bio-chimici e funzionali.
prima colonna.

martedì 10 aprile 2012

Andreoli non sta al gioco.

Pregiatissimo Professore Andreoli,
Per quando ho potuto capire Lei non sta al gioco in cui avrei voluto coinvolgerla.
E io la capisco e me ne faccio una ragione, poiché come lei mi insegna, nei trattati di psicanalisi si dice che quando il paziente non si sottopone volontariamente alla terapia, si consiglia di non insistere.
Non importa se lei non viene a mettere i proiettili nel caricatore, posso farlo io stesso; e per coprire la mia avanzata non si preoccupi perché lo farà la mia anima, e anche se avrò bisogno di un miracolo, visto che l’uomo è autosufficiente, se occorre  me lo farò da me. 

Salvatore Furnari
furnari34@aruba.it 
 

Montecitorio vendesi per debito pubblico.

Davanti Montecitorio: Prezzi Buoni.

giovedì 5 aprile 2012

CERVELLO PLASTICO, SORVEGLIATO SPECIALE.




Un detto siciliano definisce “Ammucca lapuna” colui che a bocca aperta ingoia qualsiasi insetto che entra in essa.
Rilevo una certa somiglianza con quell’organo che viene spesso definito cervello conscio, sede della coscienza culturale acquisita: il cervello.
E’ questo che ingoia qualsiasi cosa gli venga riferita.
Ora, come sappiamo, nell’organismo umano esistono più centri nervosi paragonabili a cervelli. Il cuore ne ha uno, la pancia ne ha un altro.
La rivoluzionaria scoperta del cervello addominale, può essere paragonata, per importanza, secondo Gershon, alla scoperta copernicana sul sistema solare.
E anche se i suoi neuroni sono inferiori per numero, la loro estensione è sicuramente maggiore e di conseguenza anche il numero dei collegamenti dendritici. C’è da dire, tra l’altro, che tutti i neuroni addominali vengono coinvolti nei processi nervosi e non solo una piccola parte di essi, come avviene nell’encefalo.
La natura del cervello addominale è quella di metabolizzare tutto quello che viene ingerito e non soltanto i cibi, ma anche certe acquisizioni culturali che essendo di cattivo gusto e causa di sofferenza, non si riesce a digerire.
Considerando il mio vissuto, sono convinto di essere stato guidato da un maestro di vita (mente inconscia) contenuta cervello addominale e non della menta concia (cervello plastico). I due possono essere paragonati al nonno, il primo, che trasmette serenità al secondo (nipote), e che deve essere tenuto sotto controllo.

lunedì 2 aprile 2012

Al professore Vittorino Andreoli.

“Su professore, basta essere triste e versare lacrime”.

Noi non siamo alberi per essere radicati al passato, ma esseri umani, liberi
di muoverci nel campo delle idee.

Alla nostra età, non è il caso di farci carico dei nostri figli e dei
nostri nipoti, dei mali della società. Abbiamo fatto quello che
abbiamo ritenuto opportuno durante il cammino della nostra vita
vissuta. Da qui in avanti è tutta un'altra cosa.

Dobbiamo essere noi, con la nostra età, per primi, a fare il balzo quantico
che i tempi attuali richiedano. Ma possiamo farlo solo se abbiamo
acquisito la consapevolezza di noi stessi, sradicarci del passato, ed
essere, così, leggeri e veloci.

Alla nostra età, se abbiamo seguito la spontaneità e la assennatezza
del nostro cervello addominale, il nostro futuro è pieno di saggezza
in tutti i sensi e non saremo più tristi e nemmeno verseremo
lacrime.

Avere acquisito una piena della consapevolezza del SE’, mi rende veramente libero
e comprensivo della situazione esistenziale degli altri. Con loro però cerco di
interferire il meno possibile,
lasciando a se stessi la gestione della loro esistenza.


A proposito di quanto asserito, La invito a visitare:
http://www.ilfornarettodivenezia.it/Terza%20e%20quarta%20et%E0.htm

Salvatore Furnari


domenica 18 marzo 2012

OFFRESI PSICHIATRA PER IL PROF. VITTORINO ANDREOLI.

Dal libro “Il denaro in testa”:
Ma ora di fronte a una degenerazione sistematica temo di non poter fare nulla, né come uomo né come uomo della psichiatria”.

Ma perché, a me, leggendo dei suoi spaventi, mi vieni da ridere?
Se la gente mi chiede come mi va, rispondo: da Dio, e penso che domani mi andrà ancora meglio, perché ho acquisito un giorno di consapevolezza in più.
C'è un abisso fra i nostri due stati d’animo. E non dico che lei non stia dicendo la verità. Lo comprendo benissimo.
Ma facendo un passo indietro nella nostra infanzia, ne capisco il perché. Io, nel mio stato di contadino, non suscitavo interesse alla società del tempo e fui libero di navigare nel mio immaginario, mentre Lei che si applicava agli studi, era oggetto delle attenzioni della società del tempo e faceva di tutto per rispondere alle aspettative di quelle attenzioni, facendosi così condizionare nel pensiero da ciò che la scuola trasmetteva, e ha dato il meglio di se stesso per rispondere al quel programma.
Ma anche se i tempi si evolvono, i matti sono rimasti matti, e così anche i rotti sono rimasti rotti, e la società è più folle di quella dei tempi della nostra infanzia. E’ fallito il programma a lei indotto, ed è per questo che lei oggi si sente inutile.
Lei, alle prese per curare la società malata, non ha pensato al suo proprio Io interiore, che ha lasciato nel buio più profondo, ha mancato al compito più impellente di dovere verso se stesso: guardarsi dentro. Ed è per questo che si sente triste.
Adesso se lei mi lo permette, mi offro di farle da psichiatra, proponendole un gioco, tanto la vita è un gioco. Invertiamo i ruoli, io sarò il suo analista e lei farò il mio paziente.
Dato che non molto tempo fa, ho chiesto in prestito al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano una divisione di mezzi corazzati, per stanare la malvagità umana. Penso che si deciderà a concedermela, noi due monteremo sul carro armato di testa, equipaggiato da conducente e mitragliere. Il suo compito sarà quello di mettere i proiettili nel caricatore, il mio quello di puntare e sparare. Ci divertiremo un mondo.
Salvatore Furnari www.uomodellanuovaera.eu

giovedì 15 marzo 2012

CARISSIMO PROFESSORE VITTORINO ANDREOLI

Lei dice: “Una società, questa del tempo presente, che mi fa pensare alla fine di un percorso durato millenni, un’agonia drammatica in cui è difficile trovare una parte sana a cui aggrapparsi per tentare di guarire organi vitali che ormai non funzionano più”.
Io dico che non ci si può spaventare di una società che si lascia manipolare da persone ormai verso il loro declino, non per niente circondate da tanti badanti, e che , a loro insaputa, soffrono da disfunzioni multiple dei propri organi vitali. Si tratta solo di pazientare ancora per un po’.
Su, coraggio professore, dobbiamo essere leggeri e veloci per non sprofondare nella melma; è il nostro IO che ce lo impone.

mercoledì 7 marzo 2012

TAV SI , TAV NO.

VAL DI SUSA, TAV SI, TAV NO.

L’idea nasce dai francesi nel 1988. In Francia già da un decennio si viaggiava con treni ad alta velocità, come ho potuto constatare personalmente prendendo il treno Parigi-Lione; anche se non mi sono entusiasmato più di tanto. L’eccessiva velocità snaturava la mia visione del panorama, che avevo considerato sempre importante, anche se non cosa prioritaria, in un viaggio in treno.
L’alta velocità francese ha facilitato la nascita di un pendolarismo nazionale, cosa che non ha niente a che vedere con i colleganti internazionali, ma che permette di andare, operare e ritornare nello stesso giorno e senza tanti disagi, anzi, spesso in modo piacevole.

Oggi, nei viaggi transnazionali, il trasporto passeggeri per ferrovia, nei viaggi lunghi, non è più competitivo rispetto ai collegamenti aerei, sia come costo, si come tempo di percorrenza.
Facendo una breve riflessione, possiamo constatare che attualmente, e ancor di più, sarà in seguito, gli spostamenti umani in treno, hanno la caratteristica di essere prevalentemente di natura turistica.
Per questo è presumibile che la bellezza del paesaggio attraversato dai binari, non è poca cosa: anzi penso che abbia una valenza determinante nella scelta del vettore o dell’itinerario.
Ora proviamo ad immaginare cosa succederebbe fra dieci-quindici anni ad opera finita, nel tragitto del tunnel.
Dalla stazione di Lione, due treni simili partono per recarsi in Italia, uno via tunnel, l’altro per la via panoramica attuale.
Nel primo caso avremmo una riduzione del tempo di percorrenza, nel secondo un tempo più lungo, ma con il godimento del paesaggio.
Ora, considerando che la tipologia del viaggiatore transnazionale ferroviario è sempre più di tipo turistico, io penso che accanto ad una velocità accettabile, il viaggiatore gradirà sicuramente, l’immersione nel paesaggio. Per questo dico che il treno, per un tratto potrà comportarsi in un modo e poi , giunto a Torino, potrà assumere le caratteristi di un treno ad alta velocità.

domenica 26 febbraio 2012

Lettera al Professore Andreoli

Preg.mo professore Vittorino Andreoli,
leggendo il suo libro “ Il denaro in testa”, ho apprezzato molto la chiarezza con cui descrive il comportamento dell’uomo italico e la sua delusione su questo tipo d’uomo, in quanto manipolato da persona che si considera un semidio e vede solo se stesso al centro del mondo.
Ma non pensavo che ciò La irritasse così tanto.
Il personaggio descritto a pagina 8 e seguenti, che lo spaventa tanto, a me non fa nessun effetto. Non mi passa nemmeno per la mente, non perché non comprendo il danno che questo “semidio” sta arrecando al popolo Italico; storia potrebbe finire con due sonori schiaffoni, ma, in questo caso penserei al turbamento del popolo che lo sogna di notte, come Lei scrive, e che subirebbe un trauma psicologico, e così io finirei a fare più danno che altro.
Ma Io mi chiedo: perché a me non mi irrita per niente tutto questo?
Qual'è la differenza fra il mio pensiero di uomo non acculturato e quello del famosissimo professore Andreoli, studioso di psichiatria, stimato da tutti e anche da me?
Al punto 2 del suo libro, pagina 236, Lei dice “L’uomo ha bisogno di non stare solo. Deve trovare qualcuno con cui dividere la sua avventura nel mondo. E’ una difesa dalla paura, che paralizza chi resta solo e lo fa sentire morto quanto è ancora vivo.

Ma proprio questo punto dimostra la differenza tra i due pensieri.
In quanto è l’universo che ha bisogno di non restare solo e ha bisogno di qualcuno che testimonia la sua evoluzione.
Ecco perché l’universo ha creato l’uomo. Esso è a testimoniare, come suo amico e compagno di viaggio. L’uomo non è mai solo perché è amico e compagno dell’universo. L’uno è legato all’altro, perché l’universo senza umanità non ha senso. Se scomparirà l’uno scomparirà anche l’altro.

Desidererei una pur piccola sua risposta a quanto scritto.
Le faccio notare che il mio percorso evolutivo può essere evinto visitando i miei siti  e i miei blog.
Per iniziare le suggerirei di partire da www.uomodellanuovaera.eu

La saluto cordialmente, Salvatore Furnari.

Treviso, li 26/02/2012

martedì 14 febbraio 2012

QUIRINALE VENDESI PER DEBITO PUBBLICO

GIORGIO NAPOLITANO, I NODI SONO ARRIVATI AL PETTINE. ORA AVREI PIACERE DI FARE DUE CONTI ASSIEME A LEI.

Dal corriere della sera del 23 dicembre 2011, apprendo che il professor Monti, Presidente del Consiglio, invita gli italiani a comprare i titoli di stato : “ è essenziale che tutti noi guardiamo con fiducia ai Buoni del Tesoro italiani, e' essenziale che gli italiani sottoscrivano Bot e Btp, che hanno oggi rendimenti elevatissimi: dobbiamo avere fiducia in noi stessi".

Ora io, comune cittadino, penso che Lei, o chi per Lei, da buono italiano e Capo dello Stato, avrà sicuramente sottoscritto titoli di stato. Ha dato in prestito il suo surplus, allo Stato italiano, che poco prima si era indebitato per pagare a Lei (Capo dello stato) il suo stipendio molto generoso. A questo punto faccio presente che la maggioranza dei camuni cittadini non gode di questo surplus di danaro, anzi, a volte non ha il sufficienze per vivere.
Facendo una riflessione, arrivo alla conclusione che per aver prestato dei soldi allo Stato Italiano, lo stesso paga interessi elevatissimi al Capo dello Stato, indebitandosi ulteriormente.

Mi domando: questa spirale dove ci porta? In qualche parte dovrà essere interrotta. Io penso che i detentori dei titoli non dovrebbero essere rimborsati in denaro, ma, come in un fallimento , dovrebbero impossessarsi dei beni patrimoniali dello Stato, (i cosiddetti gioielli dello stato) compreso il Quirinale, di cui gli italiani ne possono fare sicuramente a meno).