domenica 18 marzo 2012

OFFRESI PSICHIATRA PER IL PROF. VITTORINO ANDREOLI.

Dal libro “Il denaro in testa”:
Ma ora di fronte a una degenerazione sistematica temo di non poter fare nulla, né come uomo né come uomo della psichiatria”.

Ma perché, a me, leggendo dei suoi spaventi, mi vieni da ridere?
Se la gente mi chiede come mi va, rispondo: da Dio, e penso che domani mi andrà ancora meglio, perché ho acquisito un giorno di consapevolezza in più.
C'è un abisso fra i nostri due stati d’animo. E non dico che lei non stia dicendo la verità. Lo comprendo benissimo.
Ma facendo un passo indietro nella nostra infanzia, ne capisco il perché. Io, nel mio stato di contadino, non suscitavo interesse alla società del tempo e fui libero di navigare nel mio immaginario, mentre Lei che si applicava agli studi, era oggetto delle attenzioni della società del tempo e faceva di tutto per rispondere alle aspettative di quelle attenzioni, facendosi così condizionare nel pensiero da ciò che la scuola trasmetteva, e ha dato il meglio di se stesso per rispondere al quel programma.
Ma anche se i tempi si evolvono, i matti sono rimasti matti, e così anche i rotti sono rimasti rotti, e la società è più folle di quella dei tempi della nostra infanzia. E’ fallito il programma a lei indotto, ed è per questo che lei oggi si sente inutile.
Lei, alle prese per curare la società malata, non ha pensato al suo proprio Io interiore, che ha lasciato nel buio più profondo, ha mancato al compito più impellente di dovere verso se stesso: guardarsi dentro. Ed è per questo che si sente triste.
Adesso se lei mi lo permette, mi offro di farle da psichiatra, proponendole un gioco, tanto la vita è un gioco. Invertiamo i ruoli, io sarò il suo analista e lei farò il mio paziente.
Dato che non molto tempo fa, ho chiesto in prestito al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano una divisione di mezzi corazzati, per stanare la malvagità umana. Penso che si deciderà a concedermela, noi due monteremo sul carro armato di testa, equipaggiato da conducente e mitragliere. Il suo compito sarà quello di mettere i proiettili nel caricatore, il mio quello di puntare e sparare. Ci divertiremo un mondo.
Salvatore Furnari www.uomodellanuovaera.eu

giovedì 15 marzo 2012

CARISSIMO PROFESSORE VITTORINO ANDREOLI

Lei dice: “Una società, questa del tempo presente, che mi fa pensare alla fine di un percorso durato millenni, un’agonia drammatica in cui è difficile trovare una parte sana a cui aggrapparsi per tentare di guarire organi vitali che ormai non funzionano più”.
Io dico che non ci si può spaventare di una società che si lascia manipolare da persone ormai verso il loro declino, non per niente circondate da tanti badanti, e che , a loro insaputa, soffrono da disfunzioni multiple dei propri organi vitali. Si tratta solo di pazientare ancora per un po’.
Su, coraggio professore, dobbiamo essere leggeri e veloci per non sprofondare nella melma; è il nostro IO che ce lo impone.

mercoledì 7 marzo 2012

TAV SI , TAV NO.

VAL DI SUSA, TAV SI, TAV NO.

L’idea nasce dai francesi nel 1988. In Francia già da un decennio si viaggiava con treni ad alta velocità, come ho potuto constatare personalmente prendendo il treno Parigi-Lione; anche se non mi sono entusiasmato più di tanto. L’eccessiva velocità snaturava la mia visione del panorama, che avevo considerato sempre importante, anche se non cosa prioritaria, in un viaggio in treno.
L’alta velocità francese ha facilitato la nascita di un pendolarismo nazionale, cosa che non ha niente a che vedere con i colleganti internazionali, ma che permette di andare, operare e ritornare nello stesso giorno e senza tanti disagi, anzi, spesso in modo piacevole.

Oggi, nei viaggi transnazionali, il trasporto passeggeri per ferrovia, nei viaggi lunghi, non è più competitivo rispetto ai collegamenti aerei, sia come costo, si come tempo di percorrenza.
Facendo una breve riflessione, possiamo constatare che attualmente, e ancor di più, sarà in seguito, gli spostamenti umani in treno, hanno la caratteristica di essere prevalentemente di natura turistica.
Per questo è presumibile che la bellezza del paesaggio attraversato dai binari, non è poca cosa: anzi penso che abbia una valenza determinante nella scelta del vettore o dell’itinerario.
Ora proviamo ad immaginare cosa succederebbe fra dieci-quindici anni ad opera finita, nel tragitto del tunnel.
Dalla stazione di Lione, due treni simili partono per recarsi in Italia, uno via tunnel, l’altro per la via panoramica attuale.
Nel primo caso avremmo una riduzione del tempo di percorrenza, nel secondo un tempo più lungo, ma con il godimento del paesaggio.
Ora, considerando che la tipologia del viaggiatore transnazionale ferroviario è sempre più di tipo turistico, io penso che accanto ad una velocità accettabile, il viaggiatore gradirà sicuramente, l’immersione nel paesaggio. Per questo dico che il treno, per un tratto potrà comportarsi in un modo e poi , giunto a Torino, potrà assumere le caratteristi di un treno ad alta velocità.