martedì 19 aprile 2016

Il soldato formato alla Scuola Universale.

Il soldato formato alla Scuola Universale.
Correva l'anno 1955, come dimostrato dal congedo militare, il mio grado di studio era la II° elementare, motivo per cui, anche io, come gli altri miei pari, ero obbligato a frequentare la scuola serale durante il servizio militare. Ma quando l'ufficiale addetto chiamava i nomi dei soldati soggetti a tale obbligo, comunicati dal Ministero Delle Forze Armate, appena pronunciò il cognome “Furnari”, subito lo depennò, dicendo tra se che sicuramente si erano sbagliati ad inserirlo nella lista, visto il mio modo di agire.
Precedentemente, il battaglione di cui facevo parte, si spostò con tradotta militare, da Imperia a Cervignano del Friuli. Scesi dal treno, dovevamo salire sui camion che ci avrebbero portati in caserma e a tale scopo l'ufficiale diede l'ordine ai soldati di prendere posto sui camion e di distribuirsi in numero non superiore a 10 su ogni mezzo. Io contavo i soldati man mano che salivano, per evitare che in caso di errore, ci facessero scendere per poi iniziare tutto d'accapo. Ma malgrado il mio avvertimento, un commilitone salì lo stesso, pur superando il n° di 10, per non separarsi dal suo amico che era già sul camion.
Ma alla verifica fatta dall'ufficiale si verificò quello che avevo temuto e siamo dovuti scendere tutti per poi risalire.
Rimasto a terra, mi avviai in cerca di un camion con meno di 10 soldati, ma arrivato al 50°, ultimo della colonna, visto che sopra ce n'erano 13, a voce alta gridai verso l'ufficiale, chiedendo dove sarei dovuto salire visto che nessun camion aveva meno di dieci soldati.
Alchè mi fu risposto: “sali sull'ultimo”. Trovando l'ordine alquanto strano chiesi, sempre ad alta voce: perché mi avete fatto scendere da dove ce n'erano 11, per poi farmi salire dove cene sono 13 ?
Nel piazzale affollatissimo di militari e borghesi il silenzio fu tombale; tutti aspettavano la punizione che il comandante mi avrebbe inflitto data la mia risposta non consone ai dettami dell'uso militare.
Ma nulla di questo si verificò. Il comandante mandò di corsa il suo autista per prelevarmi col suo mezzo e la storia non ebbe alcun seguito. Non se ne parlo più del fatto, ma nella memoria di quella gente rimase impresso quel soldato che non grido “ signor sì ”, ma fece valere la ragione.
Quale scuola lo abbia formato nessuno lo sa, a parte il soldato stesso che asserisce di essersi formato alla Scuola Universale.

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