sabato 18 maggio 2013

CHIAMATA ALLE ARMI


CHIAMATA ALLE ARMI DEI GIOVANI SENZA IMPEGNI DI SCUOLA E LAVORO
( 19 - 24 ANNI).

In Italia così come in altri paesi industrializzati, le giovani generazioni devono lottare contro tanti fattori che giorno per giorno rendono sempre più difficili le loro condizioni di vita . La difficoltà di trovare un posto di lavoro, e quindi un reddito che li renda autosufficienti, porta i giovani a compiere tanti sacrifici ed a sentirsi frustrati spesso in modo umiliante.
Nella percezione dei giovani è come se si fosse innestata la degenerazione delle idee, ossia non solo non sono capaci di formulare nuovi progetti di vita e di lavoro, ma addirittura trovandosi in una condizioni di pessimismo, perdono lo stimolo di continuare a realizzare i progetti formulati in precedenza. A questa tendenza bisogna reagire e favorire l'interruzione di questo circolo vizioso. I giovani dovranno tornare a sognare e immaginare un futuro favorevole alla realizzazione delle loro innate aspirazioni.
A questo punto sembra che sia un tema che riguardi la psicologia, e invece no, è un compito che riguarda l’esercito.
Anche se l’obiettivo è lo stesso, l’esercito secondo me è più adatto al raggiungimento dello scopo. Durante la sua pluriennale esistenza e attività formativa ed educativa, ha maturato le esperienze necessarie per la formazione dei giovani, in particolare essi dovranno acquisire abilità e competenza, assieme ud un certa sicurezza di se, che li rende adatti ad affrontare i problemi della vita nella sua evoluzione.
L'azione educativa deve avvenire mediante l'espletamento delle seguenti fasi:
Prima fase.Essa deve somigliare al vecchio CAR: insegnamento della disciplina, sveglia per tutti in una determinata ora, pratica dell’uso dell’armi per la difesa del territorio.
-Seconda fase: addestramento alla messa in sicurezza del territorio nazionale, come la eliminazione di sterpaglie e ramaglie;
Messa in sicurezza del terreno dalle piogge torrenziali,( briglie e laghi artificiali ).
-Ogni giovane avrà una permanenza nell’esercito fino a quando avrà acquisito quelle abilità e competenze che lo rendono capace di districarsi nella vita in modo autonomo che lo facciano agire da protagonista .

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