Massimo Bordin
«Per il bene degli Stati sarebbe necessario che i filosofi fossero Re o che i Re fossero filosofi». (Platone).
Il grande regista Alfred Hitchcock amava ripetere che “più riuscito è
il cattivo, più riuscito sarà il film” e siccome il Cinema mostra
meglio di ogni altra forma artistica contemporanea il modo attraverso il
quale rappresentiamo i nostri desideri e le nostre fantasie, ecco che
la necessità di individuare un cattivo sul quale riversare le colpe è
passata dagli studi di Hollywood al mondo reale, mantenendo però le
spettacolari vesti della finzione. La scelta politica occidentale di
affibbiare il ruolo del cattivo al Presidente russo ha assunto negli
anni toni sempre più falsi e irrazionali, fino a sfiorare il
ridicolo.....CONTINUA..........
IL GRANDE BAMBINO: FILM.................................
Era il giugno del 1943, in pieno conflitto bellico durante la seconda guerra mondiale.
Alle pendici dell’Etna, nelle valli che guardano a sud, due carabinieri a cavallo che perlustravano il territorio raccontavano ai contadini della zona che avevano incontrato un bambino che ragionava come "uno grande".
Le leggi fasciste allora vigenti imponevano ai coloni-mezzadri di consegnare tutto il raccolto del grano agli organi competenti, i quali, in un secondo momento, assegnavano ad ogni famiglia il quantitativo spettante in base al rispettivo numero dei componenti.
Ma il grano assegnato l’anno precedente alla mia famiglia non era stato sufficiente per arrivare al tempo della distribuzione del nuovo raccolto.
Mio padre, per porre rimedio momentaneo a quella situazione di fame, mieté un po’ di spighe di grano nel campo, le sgranò, mise i chicchi in una bisaccia che mi diede per portarla al mulino, dove il grano sarebbe diventato farina per fare il pane.
All’epoca avevo appena nove anni.
Durante il tragitto verso il mulino mi imbattei in due carabinieri a cavallo i quali, rispettosi delle leggi, mi sequestrarono il frumento e pure la bisaccia.
Invano dissi loro: “Siamo sette figli e a casa e non c’è niente da mangiare. Cosa c’è di male se prendiamo un po’ di grano in anticipo per allontanare la fame?”.
Mi ascoltarono, ma le mie parole non valsero a convincerli a chiudere un occhio e a lasciarmi il grano.
http://ilblogdifurnari34.blogspot.it/
https://plus.google.com/108483259308624994509/posts
https://independent.academia.edu/Salvatore_Furnari
https://www.facebook.com/salvatorefurnari34
https://www.facebook.com/Luomo-della-nuova-era-51563949514…/
https://www.facebook.com/groups/359128937768972/
http://www.ilfornarettodivenezia.it/
http://www.uomodellanuovaera.eu/
https://www.youtube.com/user/Fornari34/videos…
IL GRANDE BAMBINO: FILM.................................
Era il giugno del 1943, in pieno conflitto bellico durante la seconda guerra mondiale.
Alle pendici dell’Etna, nelle valli che guardano a sud, due carabinieri a cavallo che perlustravano il territorio raccontavano ai contadini della zona che avevano incontrato un bambino che ragionava come "uno grande".
Le leggi fasciste allora vigenti imponevano ai coloni-mezzadri di consegnare tutto il raccolto del grano agli organi competenti, i quali, in un secondo momento, assegnavano ad ogni famiglia il quantitativo spettante in base al rispettivo numero dei componenti.
Ma il grano assegnato l’anno precedente alla mia famiglia non era stato sufficiente per arrivare al tempo della distribuzione del nuovo raccolto.
Mio padre, per porre rimedio momentaneo a quella situazione di fame, mieté un po’ di spighe di grano nel campo, le sgranò, mise i chicchi in una bisaccia che mi diede per portarla al mulino, dove il grano sarebbe diventato farina per fare il pane.
All’epoca avevo appena nove anni.
Durante il tragitto verso il mulino mi imbattei in due carabinieri a cavallo i quali, rispettosi delle leggi, mi sequestrarono il frumento e pure la bisaccia.
Invano dissi loro: “Siamo sette figli e a casa e non c’è niente da mangiare. Cosa c’è di male se prendiamo un po’ di grano in anticipo per allontanare la fame?”.
Mi ascoltarono, ma le mie parole non valsero a convincerli a chiudere un occhio e a lasciarmi il grano.
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