lunedì 29 agosto 2011

L’AMICO DOTTORE ARABO

L’amico dottore arabo, mi prenota la camera in hotel e viene a prendermi all'aeroporto de il Cairo. Strada facendo noto un traffico di mezzi e di persone che non avevo prima immaginato. Chiedo all'amico quanti abitanti fa il Cairo, ed lui mi dice sedici milioni + quattro milioni di pendolari.Aggiunge che la città è lunga 80 Km e larga 40.
Io immaginavo una città grande; ma di due milioni di abitanti non di più.
Arrivati in albergo si interessa della mia sistemazione, e se essa risponde ai requisiti che avevano concordato alla prenotazione.Informa la receptin che non parlo, né arabo né inglese e lascia il suo numero di telefono, nel caso che si rendesse necessaria una chiamata per cose che mi riguardassero.
Dopo qualche giorno, l'amico mi viene a trovare e passiamo la giornata assieme. Nei nostri discorsi noto in lui un interesse commerciale, ossia vorrebbe che parlassimo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, cosa che io non ritengo necessaria perchè  di tali merci c’è sovrapproduzione sia in Italia che in Egitto. Il mio interesse, al contrario, è rivolto alla conoscenza della cultura musulmana, perciò i nostri punti di vista sulle cose in genere, sono differenti: io ho una veduta della situazione ampia e reale, mentre il suo vivere è guidato dalla legge divina, la Shari'a.
Mi ha fa visitare il mercato all’ingrosso ortofrutticolo e confrontare idee con operatori del luogo. Andiamo lungo il Nilo e noto che ci sono aziende agrumicole, non meno all'altezza di quelle europee, ed i cui titolari si  dimostrano interessati alla nostra visita.
La mia adattabilità alle situazioni caotiche del mondo arabo, lascia perplesso l'amico dottore che arriva alla conclusione che io intuisco facilmente il loro modo di fare poiché ho un vissuto di civiltà contadina, acquisita durante la mia fanciullezza.
Nel mio precedente viaggio in Germania mi sono chiesto se i tedeschi anziani si erano inventati una nuova filosofia di vita. Al Cairo, il traffico di mezzi e persone cosi veloce e caotico, poteva causare un disastro, niente di tutto questo, niente sirene della polizia e nemmeno di ambulanze. Mi ha dato l’impressione come quando si vede volare un storno di uccelli, malgrado il suo “caos”
non cozzano mai l’uno con l’altro. Si può considerare un adattamento dell’umano alla situazione caotica o è un dono di Allah?

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