venerdì 3 giugno 2011

BRUCE H. LIPTON E LA CONSAPEVOLEZZA DEL SÉ.


Il Dott. Bruce H. Lipton dice: “crescendo diventiamo meno esposti alla programmazione esterna grazie alla presenza sempre maggiore di onde Alfa. La coscienza assomiglia ad un organo di senso, si comporta come uno specchio che riflette l’attività interna della comunità cellulare del corpo; è una consapevolezza del “Sé”.

Ho dei dubbi che la coscienza sia in una condizione di limpidezza tale da poter riflettere l’attività della comunità cellulare. La storia dell’essere umano è stata molto turbolenta e questo ha avuto le sue ripercussioni anche a livello della coscienza. In mancanza di una situazione cristallina la coscienza non riflette un bel niente e ha solo un quadro confuso della comunità cellulare. Anche in presenza di uno stato biochimico ottimale, il Sé è come un sub che può sondare agevolmente i fondali marini solo se le acque marine sono cristalline e non torbide e riesce a scorgere anche in profondità la luce del sole. Anche i messaggi biochimici possono sbagliare l’obiettivo e non individuare la risoluzione delle esigenze della comunità cellulare.

Le considerazioni di cui sopra si basano sulla mia esperienza personale. Se mi espongo al sole e chiudo gli occhi il sole si riflette nei neuroni del cervello e ad occhi chiusi vedo sorgere il sole in tutto il suo splendore nella zona prefrontale (sede dello stato emozionale), e questo fa luce all’interno della comunità cellulare, mettendo l’osservatore (il Sé) in condizione di osservare lucidamente le esigenze di quest’ultima, e nella chiarezza della luce i messaggi biochimici vedono l’obiettivo per cui sono destinati.

Perché il sole si rifletta sui neuroni, bisogna che questi ultimi abbiano subito una mutazione alchemica simile a quella che rende così diversi la grafite e il diamante, entrambi composti di atomi di carbonio, ma con struttura cristallina diversa. La ragione della diversità dei due minerali è che nel diamante gli atomi di carbonio si aggregano in condizioni di temperatura e di pressione molto elevate rispetto alla grafite, ma nel caso dei neuroni cerebrali l’alchimista è stato l’anima.

La rivelazione avuta nella mia prima giovinezza di potermi elevare a una sfera superiore tramite l’autoerotismo o l’esperienza sessuale ha evidentemente abbreviato il normale e lento percorso di trasmutazione creando quella situazione ambientale adatta al manifestarsi della purezza. Ho dei dubbi che la trasmutazione possa essere affidata alla coscienza, perché solitamente essa manca di limpidezza.

L’essere umano è stato frammentato in corpo (inconscio, animale, non degno di emergere), mente (cosciente, ma priva di esperienza perché le è stato impedito di indagare il proprio corpo), anima (senza nessuna funzione, conservata per la vita ultraterrena).

La pretesa che oggi questo tipo di umanità risolva i problemi terreni è una follia. Occorre riconoscere che la nostra parte inconscia, quella conscia e l’anima collaborano tra di loro, si avvicendano nel percepire e nello sperimentare e insieme si espandono nell’universo.

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