venerdì 26 febbraio 2016

LA TREGUA IN SIRIA È UNA VITTORIA DI PUTIN

LA TREGUA IN SIRIA È UNA VITTORIA DI PUTIN
Si è arrivati a vedere la luce in fondo al tunnel? Siamo usciti a rimirar le stelle finalmente o no? pare di sì, anche se il cammino è ancora lungo. Si è arrivati ad un accordo fra Mosca e Washington: un contatto diretto fra i due leader, Obama e Vladimir Putin, hanno stabilito un cessate il fuoco che entrerà in vigore dalla mezzanotte del 27 Febbraio.
È un enorme successo per la Russia, ma ancor di più per le forze lealiste in Siria. “Questa è un’opportunità reale per fermare lo spargimento di sangue”, ha commentato il presidente russo Vladimir Putin dopo averne parlato al telefono con il leader Usa Barack Obama. Il cessate il fuoco non riguarderà però le forze terroristiche di Al-Nusra e dell’ISIS. Questo è già un motivo di futuri problemi essendo da mesi ormai alleati stretti sul campo di battaglia le forze ribelli siriane e il movimento terroristico affiliato ad Al-Qaeda Al-Nusra. Le parti in lotta in Siria devono confermare o alla Russia o agli Usa il loro impegno al cessate il fuoco entro mezzogiorno del 26 febbraio.
Perché abbiamo detto che questo è un successo russo? Perché è grazie al costante supporto dell’aviazione e dell’artiglieria russa che l’esercito siriano ha potuto, inizialmente molto lentamente ma ora a passo più spedito, contrattaccare i ribelli e i terroristi del Daesh con sempre più successo. Ultima azione è consistita nell’annientamento della sacca di resistenza durante le manovre di accerchiamento e riconquista di Aleppo, in cui erano rimasti asserragliati 800 miliziani dell’ISIS, che paiono essere stati tutti uccisi o catturati.
Questi folgoranti successi da qui a Gennaio hanno causato il sempre maggiore imbarazzo di Washington e dei suoi alleati sauditi, da sempre a fianco dei terroristi ribelli e anche la grande preoccupazione di Ankara, che vede sempre più compatta l’alleanza Sostenitori di Assad-Curdi-Russia. Questa situazione ha letteralmente fatto sobbalzare il Sultano Erdogan dal suo nuovo grattacielo di Ankara, facendogli pronunciare corbellerie quali il dovere della Turchia di combattere il terrorismo in patria e all’estero, che preparano il terreno ad un eventuale attacco alle spalle dei ribelli Curdi –ora appoggiati anche dagli USA! – . Ora siamo in attesa di vedere che piega prenderanno gli eventi, anche alla luce di queste due dichiarazioni da ambienti russi: “I militanti di al-Nusra stanno cercando di utilizzare il cessate il fuoco, ancora sulla carta, per rafforzare le proprie posizioni.” È quanto ha dichiarato il presidente della Commissione Affari Esteri russa della Duma Alexei Pushkov; e di Franz Kilintsevich, vice presidente della commissione Difesa e Sicurezza della Federazione Russa: “Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta preparando l’invasione della Siria e le sue dichiarazioni sul diritto di combattere il terrorismo all’estero non sono altro che un tentativo di giustificare l’opzione militare”.
Le idee sono chiare, gli schieramenti in campo non più così confusi, da una parte lo stanco e demoralizzato esercito ribelle non più supportato dai terroristi di Al-Nusra e Daesh, che sono ormai in piena rotta, combattuti con determinazione dai guerriglieri e le soldatesse curdi, le forze corazzate e motorizzate siriane coadiuvate dall’artiglieria e dall’aviazione russa.
DA: azioneculturale.eu

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