1° Riflessione all’intervista a Bruce Lipton.
Egli
dice: “L'umanità è l’organismo e noi siamo le cellule, ogni
essere umano è una cellula nel corpo di un qualcosa di più grande,
l'umanità. Il problema che affronta ora l'umanità è che le
cellule continuano a lottare tra loro.
Quando
le cellule del tuo corpo si combattono, la malattia è detta
autoimmune. Se le cellule competono e lottano si chiama
autodistruzione.
Lo
stesso vale per gli umani: combattersi è autodistruzione, è una
malattia autoimmune, è l'umanità che morirà, oppure vivrà se noi
correggiamo questa direzione autodistruttiva.
Siamo
vicini a prendere una decisione: vogliamo sopravvivere ed evolvere o
vogliamo morire? Ora non so che faremo, siamo in mezzo alla
battaglia, e saremo vincitori quando realizzeremo che non è il
successo che promuove la nostra evoluzione, piuttosto il riunirci in
comunità ed imparare a cooperare.
Riflessione
(Risposta).
Se
le cellule nel nostro corpo continuano a lottare tra di loro, e le
malattie ne sono l’esempio, noi abbiamo una guerra interiore.
Perciò trasferendo l’esempio alla società, Il riunirci in
comunità ed imparare a cooperare (come suggerisce Bruce Lipton, mi
pare una ipotesi alquanto irrealizzabile, perché le cellule (cioè
le persone) essendo in conflitto tra di loro generano individui non
adatti alla collaborazione.
Quindi
non basta meditare e guardaci dentro per mettere ordine al nostro
interno e trovare la pace con noi stessi. La prima cosa da fare e di
mettere in pace le nostre cellule attraverso “l’arte di nutrire
la vita”, ossia favorendo nel nostro organismo una buona attività
biochimica che provvede a tutte le sue esigenze e mette equilibrio
al nostro interiore. E poiché siamo co-creatori con l’universo,
il compito è nostro.
Soltanto
dopo aver risolto i nostri problemi del corpo, della mente e
dell’anima, possiamo pretendere la pace fra gli individui.
Non
volendo o non potendo descrivere a parole il percorso che io ho
fatto e da intraprendere per dare risposta alla Sua domanda:
“
Ora
non so che faremo, siamo in mezzo alla battaglia, e saremo vincitori
quando realizzeremo che non è il successo che promuove la nostra
evoluzione, piuttosto il riunirci in comunità ed imparare a
cooperare”,
suggerisco
per comprendere tale cammino, la visione delle prove documentali che
dimostrano l’evolversi di uno stato psico-fisico alterato, in uno
equilibrato, senza alterazioni nei valori bio-chimici e funzionali.
prima
colonna.
Pubblicato da L
'uomo nuova era a 02:55
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